SDAF01 – MIGLIORAMENTO GENETICO E BIOTECNOLOGIE – Coltiv@ la Professione //www.agronomoforestale.eu agronomi e forestali Tue, 21 Feb 2023 16:39:12 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.5 Andalusia, esplorando una terra vicina dal clima arido //www.agronomoforestale.eu/index.php/andalusia-esplorando-una-terra-vicina-dal-clima-arido/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=andalusia-esplorando-una-terra-vicina-dal-clima-arido //www.agronomoforestale.eu/index.php/andalusia-esplorando-una-terra-vicina-dal-clima-arido/#respond Tue, 30 Aug 2022 14:51:08 +0000 //www.agronomoforestale.eu/?p=68210 L’Ordine di Brescia da almeno 20 anni è impegnato a promuovere viaggi-studio per i colleghi iscritti, finalizzati alla crescita professionale dei partecipanti e a favorire lo scambio culturale e la circolazione di idee.
Le forme di interscambio culturale con vari territori a livello nazionale, caratterizzati da peculiarità interessanti dal punto di vista agricolo e forestale, sono così proposte ai colleghi come occasioni di approfondimento tecnico.

La voce degli iscritti
Le opportunità di viaggi-studio vengono valutate di volta in volta dal Consiglio dell’Ordine accogliendo le istanze dei colleghi e le strategie di sviluppo condivise in sede ordinistica. L’Ordine di Brescia può contare, in tal senso, su un consolidato gruppo di lavoro coordinato dalla dott.ssa Anita Frosio.
Per soddisfare le peculiarità e le esperienze di professionisti partecipanti, ogni viaggio tende a contemplare più settori di competenza, valorizzando soprattutto le eccellenze dei territori visitati. Infine, anche il confronto con i colleghi e gli amministratori locali in genere offre opportunità di scambi culturali che possono continuare anche successivamente, valorizzando metodiche innovative, ambiti di ricerca e sperimentazione.

Dentro e fuori i confini
Gli scambi hanno interessato e coinvolto numerose regioni italiane, dal Trentino alla Sicilia e, negli ultimi anni, l’iniziativa dei viaggi studio ha ampliato il proprio raggio d’azione approdando anche all’estero.
In un mondo sempre più interconnesso, infatti, diventa necessario esplorare realtà e approcci alle tematiche strategiche del nostro settore, diversi da quelle reperibili in ambito nazionale.
Nel 2016, per esempio, fu organizzato un viaggio studio in Slovenia, incentrato sul tema della filiera bosco-legno (dalle esperienze forestali alla commercializzazione del legname) nel quale furono coinvolti con successo anche funzionari regionali di Regione Lombardia.
Nel 2022, la scelta è caduta sull’Andalusia: meta e scenario di particolare interesse e attualità per confrontarsi su tecniche e modalità di coltivazione in un territorio caratterizzato da un clima particolarmente arido.
Un viaggio organizzato con la collaborazione tra l’Ordine di Brescia e la locale Associazione dei Dottori in Scienze Agrarie e Forestali.

Il prossimo calendario
L’esperienza in Andalusia appena conclusa è stata un’ulteriore conferma che la modalità dei viaggi-studio rappresenta un’espressione proficua e molto apprezzata di formazione professionale continua.
Già per l’autunno sono in fase di programmazione un viaggio-studio alla scoperta delle Bonifiche dell’Agro Pontino e per il prossimo anno si caldeggia la possibilità di partire alla volta della regione francese dello Champagne.

IL PROGRAMMA DELLA MISSIONE IN ANDALUSIA

26 maggio 2022
Visita a BROKAW VIVEROS – Finca Pena – Velez Malaga, un vivaio di alberi da frutto tropicali situato nel sud della Spagna, specializzato nella progettazione e produzione di piantine di avocado, mango e altri alberi da frutto tropicali.
Il vivaio è il primo produttore mondiale di Avocado Clonale, che permette di realizzare frutteti con alberi geneticamente identici, sia per quanto riguarda il portinnesto, sia per quanto riguarda la varietà.
Realizzando allevamenti con alberi geneticamente omogenei si ottengono migliori rese frutticole oltre a una maggiore efficacia nelle operazioni di potatura, fertirrigazione, applicazione di fitofarmaci e raccolta; inoltre, si ottiene uniformità di tolleranza ai funghi del suolo (purché si scelgano portainnesti clonati tolleranti a questi funghi).
BROKAW ESPAÑA SL si è sempre occupata di ottenere le migliori varietà di avocado, sia portainnesti, sia varietà di frutta.
Negli anni ’50 EF Frolich identificò la tecnica dell’eziolazione (crescita dei germogli al buio, senza clorofilla) come precursore dello sviluppo di radici funzionali nei germogli di avocado. Successivamente, il vivaista Hank Brokaw è stato il primo a descrivere e sviluppare commercialmente la tecnica.
Curiosa ed interessante la tecnica del doppio innesto, che applicando la tecnica suddetta consente di ottenere giovani piante clonali, sia per il piede, sia per la varietà produttiva.

27 maggio 2022
Visita del parco nazionale di Doñana, una delle zone umide più importanti e più belle d’Europa. La particolarità che rende speciale questo parco nazionale è possibile conoscere ecosistemi tra loro molto diversi, come paludi, lagune, saline, pinete, rive, dune mobili, scogliere, 30 chilometri di spiagge vergini. Un vero spettacolo naturale che cambia in ogni stagione e che si trova tra le province andaluse di Huelva, Siviglia e Cadice.
A bordo di fuoristrada le guide ci hanno accompagnato in questo ambiente situato sul delta dell’importantissimo fiume Guadalquivir; l’habitat paludoso crea un ambiente ideale per circa 300 specie diverse di uccelli.
La riserva, infatti, è una fondamentale area di sosta europea di molte specie di uccelli migratori, che dal nord d’Europa raggiungono l’Africa. Le paludi, però, sono anche un luogo di riproduzione e di svernamento di migliaia di uccelli europei e africani.
Per questo motivo, Doñana è tra le mete preferite dagli appassionati di bird-watching di tutto il mondo.
Percorrere i sentieri protetti di Doñana offre la possibilità di vedere alcune delle specie di animali più minacciate del pianeta, come l’aquila imperiale e la lince iberica. Doñana è inoltre la “casa” di oltre 230 specie di uccelli e permette di vedere scene sorprendenti come lo spettacolare “tappeto rosa” creato dalle colonie di fenicotteri quando si alimentano.

 

Visita BASILIPPO OLEOTURISMO – El Viso del Alcor (Siviglia) per conoscere le strategie per la produzione di olio extravergine d’oliva d’autore.
La visita agli oliveti semi intensivi, con la guida dell’agronomo dell’azienda, ci ha consentito di apprendere le peculiarità delle tecniche di coltivazione del comparto olivicolo spagnolo, le strategie per l’utilizzo dell’acqua di irrigazione e gli aspetti fitopatologici.
La visita all’oleificio aziendale, invece, ha mostrato i processi e le tecniche per la produzione dei vari oli, apprezzati poi in una degustazione guidata per godere dei meravigliosi aromi e sapori.

 

 

 

28 maggio 2022
Visita azienda allevamento tori – GANADERIA OSBORNE (Finca Puerto Acebuche) – El Castillo de las Guardas (Siviglia). Non poteva mancare la visita il ranch Osborne nella provincia di Siviglia. Il ranch Osborne è un importante riferimento spagnolo nell’allevamento del toro da combattimento, in una bella zona nella parte alta della vicina Sierra de Aracena alla sorgente del fiume Guadiamar, in un’area circondata da ampi prati naturali.
Il ranch ha un fascino speciale, circondato da recinzioni in pietra è una struttura di allevamento molto attraente, con vasti pascoli, anche se prematuramente secchi per l’anomala siccità.
A bordo di un carro agricolo attrezzato, il titolare dell’azienda, agronomo, Emilio González San Román, ci ha condotto nei vari reparti aziendali alla scoperta del ciclo produttivo che in tre anni rende disponibili i famosi tori per le corride.
Nella piccola arena aziendale abbiamo anche assistito a delle esercitazioni di giovani toreri, sotto la guida de El Cid, un famoso matador.

Nell’assolato pomeriggio ci siamo cimentati con la visita a Viveros NATURAL GREEN – La Carlota (Cordoba), un vivaio particolare: qui migliaia di ulivi, anche secolari, sono preparati per l’esportazione.
L’azienda si è specializzata nell’espianto di uliveti a fine ciclo o per cambio di sistema colturale o varietale. Le piante, opportunamente estirpate, sono potate ed invasate per essere destinate al mercato europeo per fini ornamentali.

29 maggio 2022
L’ultimo giorno è stata l’occasione per una arricchente visita alla città di Siviglia.
Il percorso storico-architettonico per le vie e i monumenti della città si è concluso nei giardini dell’Alcázar Reale. La visita ai giardini, la manifestazione dello stile mudejar, espressione dell’arte musulmana adattata al mondo cristiano, divagando fra piastrelle smaltate e canali, fra fontane e zampilli d’acqua – che conferiscono ai giardini un particolare carattere moresco – è stata l’occasione per interessanti considerazioni tecniche tra i colleghi su alcune problematiche fitosanitarie e gestionali, soprattutto su alberi vetusti.

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Innovazione attraverso la chimica: prospettive per la produzione olearia //www.agronomoforestale.eu/index.php/innovazione-attraverso-la-chimica-prospettive-per-la-produzione-olearia/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=innovazione-attraverso-la-chimica-prospettive-per-la-produzione-olearia //www.agronomoforestale.eu/index.php/innovazione-attraverso-la-chimica-prospettive-per-la-produzione-olearia/#respond Sun, 31 May 2020 10:59:39 +0000 //www.agronomoforestale.eu/?p=67752 di Giulia Vicario, PhD student, Istituto di Scienze della Vita, Scuola Superiore S. Anna

Il mondo agroalimentare è strettamente legato a quello della chimica. Il recente sviluppo di metodiche e protocolli analitici offre molte prospettive per vari settori, incluso quello dell’olivicoltura. L’utilizzo di tecniche sempre più avanzate e accurate permette di valorizzare prodotti tipici del territorio italiano (come l’olio extravergine di oliva) e contribuisce a fornire strumenti per migliorare la produzione, specialmente in termini qualitativi.

L’articolo sintetizza i risultati della Laurea magistrale in Biosicurezza e Qualità degli Alimenti, Università di Pisa
Vicario G. Near UV-Vis and NMR spectroscopic analysis of Tuscan extra-virgin olive oils .


La chimica dell’olio
L’olio extra-vergine d’oliva (EVOO) è un alimento ampiamente utilizzato e conosciuto in tutto il mondo per sue proprietà organolettiche e benefiche per la salute. La qualità complessiva dell’olio è strettamente legata alla composizione chimica. L’elevato contenuto in acidi grassi monoinsaturi (acido oleico) e la presenza di specifiche componenti minori sono infatti le peculiarità di questo prodotto.
Tra le componenti minori, i pigmenti conferiscono la tipica colorazione dell’olio d’oliva, variabile dal verde al giallo-arancio: le clorofille (A e B) e le feofitine (A e B, derivate dalle rispettive clorofille) sono responsabili del colore verde, ben evidente alla frangitura, mentre i carotenoidi (principalmente luteina e β-carotene) sono responsabili delle tonalità giallo-arancio. Gli stessi carotenoidi sono importanti antiossidanti e il β-carotene è anche precursore della vitamina A, fondamentale per la vista e per la prevenzione di patologie neurodegenerative. Nonostante nelle analisi sensoriali ufficiali non si consideri il colore dell’olio, è noto che la scelta dei consumatori è influenzata da questo parametro. Non solo, anche la durabilità del prodotto dipende dal contenuto iniziale di pigmenti.
Il tipico aroma dell’olio, soprattutto le note gustative di amaro e piccante, dipendono invece dalla componente fenolica, tra cui i secoiridoidi. Oleuropeina e ligstroside sono secoiridoidi presenti nell’oliva che al momento della frangitura vengono convertiti in secoiridoidi strutturalmente più semplici come i rispettivi agliconi, oleocantale e oleacina (appartenenti anch’essi alla medesima famiglia di composti), responsabili delle note gustative di certi oli. Negli ultimi anni, i secoiridoidi dell’olio sono stati oggetto di particolari attenzioni nel mondo della ricerca in quanto molecole biologicamente attive. Per esempio, l’oleocantale è stato riconosciuto come un antinfiammatorio non steroideo (simile all’ibuprofene nel meccanismo di azione) importante nella prevenzione di patologie croniche, come quelle cardiovascolari, e di alcune tipologie di cancro.

L’origine della qualità
I fattori che influenzano la qualità finale dell’olio d’oliva possono essere molti, inerenti sia alla produzione della materia prima (olive), sia al processo tecnologico di trasformazione.
In merito alla produzione primaria, fattori determinanti sono:
• la cultivar di olivo,
• l’area geografica,
• la presenza di infestazioni,
• le pratiche agronomiche (fertilizzazione del suolo, irrigazione),
• il periodo di raccolta
• il metodo di raccolta.

Considerata pertanto l’alta variabilità del territorio ove è diffusa la coltura dell’olivo, l’analisi approfondita di oli extravergini di oliva di elevata qualità è di fondamentale importanza. Il ruolo della cultivar di olivo è ormai ben noto nel mondo scientifico: l’espressione di particolari enzimi coinvolti nella degradazione di pigmenti o composti fenolici è strettamente dipendente dal genotipo. L’epoca di raccolta, unitamente ai fattori climatici che caratterizzano le varie aree geografiche ove è localizzata la coltura dell’olivo, è ugualmente determinante per la qualità del prodotto finito. La degradazione dei pigmenti responsabili del verde (principalmente clorofille) è tanto più pronunciata tanto più si procede nella maturazione. La presenza della mosca può invece compromettere la qualità in termini di composti fenolici, con diminuzione nel contenuto di agliconi dell’oleuropeina e del ligstroside.

Foto di pau_noia0–603982

Tecniche innovative per caratterizzare l’olio
L’utilizzo di tecniche innovative, come la spettrofotometria vicino ultravioletto-visibile (UV-Vis) e la spettroscopia di Risonanza Magnetica Nucleare (NMR), permette una più ampia e dettagliata caratterizzazione dell’olio.
Il funzionamento dell’analisi UV-Vis è piuttosto intuitivo: quando una molecola è irradiata con una radiazione in un certo intervallo di lunghezza d’onda λ (nel caso della spettrofotometria UV-Vis tra 100 e 720 nm), gli elettroni passano dallo stato fondamentale allo stato eccitato in un processo detto assorbimento. L’assorbimento è direttamente proporzionale alla concentrazione di molecole presenti nel campione e quindi è semplice calcolarne la quantità presente.
Questa tecnica è utilizzata comunemente per la valutazione del quantitativo di dieni e trieni coniugati (molecole derivanti dall’ossidazione degli acidi grassi) nell’olio d’oliva che assorbono a specifiche lunghezze d’onda, rispettivamente a 232 e 270 nm.
Attraverso un approccio innovativo basato sulla deconvoluzione degli spettri UV-Vis degli oli (tra 390 e 720 nm), è inoltre possibile quantificare il contenuto in pigmenti (clorofille, carotenoidi e derivati). Poiché questa misura è ottenuta mediante un sistema rapido e, soprattutto, non distruttivo, è possibile acquisire gli spettri più volte nel tempo per valutare l’evoluzione del contenuto in pigmenti in condizioni di conservazione controllate.
Le basi teoriche della spettroscopia NMR sono, invece, molto più complesse: il segnale registrato deriva infatti dall’interazione di atomi specifici (come idrogeno, 1H, e carbonio, 13C, ampiamente diffusi in natura) con la radiazione in presenza di un campo magnetico.
In una molecola, ogni atomo non si trova isolato, ma legato ad altri atomi, più o meno simili: la differenza dell’intorno chimico permette di distinguere un segnale NMR derivante dall’atomo di una molecola da quello derivante da un altro atomo, o da una molecola differente. L’analisi 1H NMR può essere eseguita sia su campioni di olio tal quali, sia su specifici estratti. L’analisi degli estratti è molto informativa e permette di quantificare alcuni composti fenolici (oleacina, oleocantale, agliconi dell’oleuropeina e del ligstroside).

Foto di Hans–2

I risultati della ricerca
Queste tecniche sono state impiegate nella caratterizzazione di alcuni oli toscani ottenuti nello stesso frantoio, nelle medesime condizioni e ugualmente sono stati conservati, pertanto le differenze riscontrate dipendono da fattori inerenti alla materia prima.
Essendo le olive appartenenti alla medesima cultivar (Frantoio) e alla stessa stagione produttiva, i fattori che possono avere influenzato le differenze e la qualità sono legati al territorio (altitudine degli oliveti), alla presenza di infestazioni (per esempio la mosca dell’olivo) e all’epoca di raccolta. Durante la maturazione, infatti, il contenuto in pigmenti ed in fenoli diminuisce progressivamente e le proporzioni tra i diversi componenti possono cambiare.
Nello studio condotto è stato osservato che il posticipare l’epoca di raccolta, ossia avere elevati indici di pigmentazione delle olive, può garantire una resa adeguata (sostanza grassa nelle olive tra il 20-30%), ma comporta una riduzione nel contenuto totale in pigmenti ottenendo prodotti meno stabili nel tempo e qualitativamente inferiori in termini nutrizionali. Inoltre, ripetendo la misura è stato osservato che il contenuto in pigmenti diminuisce progressivamente, nonostante le corrette condizioni di conservazione (temperatura controllata e assenza di luce).
Nello studio svolto, la quantificazione attraverso metodologie tradizionale dei fenoli totali e l’analisi sensoriale degli EVOO è stata affiancata all’analisi NMR. Nonostante i campioni analizzati provenissero da un’area geografica limitata, sono state osservate differenze non solo nel contenuto in fenoli totali, ma anche nella proporzione delle specifiche componenti (soprattutto oleocantale e agliconi totali). Queste differenze sono osservabili anche nel profilo sensoriale, con un maggior grado di amaro e piccantezza negli oli aventi un quantitativo maggiore di fenoli totali e, nello specifico, di agliconi. Inoltre, l’olio che mostra un elevato contenuto in fenoli mostra anche un più elevato contenuto in pigmenti totali suggerendo che prodotti qualitativamente migliori sono generalmente più ricchi in componenti minori.
In conclusione, i risultati ottenuti con l’impiego di tecniche innovative hanno dimostrato che è possibile rivelare differenze significative anche tra oli aventi una storia molto simile, sia in termini geografici, sia in termini di processo tecnologico. Risultati che permettono di ricondurre tali differenze a fattori inerenti la natura e la gestione dell’oliveto.
Una serie di informazioni che potrebbero tradursi in campo, indirizzando il processo produttivo, grazie anche ai tempi relativamente brevi e ai costi contenuti (soprattutto considerando per l’analisi dei pigmenti) per ottenerle.
Con un ampliamento del numero di campioni analizzati e la valutazione dei medesimi parametri in diverse annate, si potrebbero anche generare modelli di previsione del profilo chimico e sensoriale dell’olio in base alla gestione dell’oliveto in termini di pratiche agronomiche (come l’irrigazione) e all’epoca di raccolta, parametro che sembra cruciale nella determinazione del contenuto in componenti minori. I risultati ottenuti sono preliminari ma dimostrano come l’unione di più aree scientifiche, quella dell’agronomia, delle tecnologie alimentari e della chimica, possa essere estremamente importante per la messa a punto di nuove metodiche ed il loro successivo trasferimento tecnologico. Allo stesso modo, è cruciale la sinergia costante di contesti diversi, quello accademico e quello produttivo, soprattutto per lo studio degli effetti delle condizioni reali di campo.


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Il sapere d’Israele //www.agronomoforestale.eu/index.php/il-sapere-disraele/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=il-sapere-disraele //www.agronomoforestale.eu/index.php/il-sapere-disraele/#respond Wed, 18 Jul 2018 13:51:33 +0000 //www.agronomoforestale.eu/?p=66881

Missione Israele

A maggio 2018 la delegazione Conaf ha compiuto un viaggio in Israele, missione che aveva come scopi, fra gli altri, quello di cogliere le difficoltà dell’agricoltura in zone aride, cercare l’ottimizzazione dell’impiego delle risorse ai fini produttivi e quello di uno sguardo ai possibili scenari futuri per l’agricoltura mondiale.
Tutto in un Paese bellissimo e contraddittorio, da sempre all’avanguardia nella ricerca genetica e nello sviluppo tecnologico in generale, per il trattamento e l’uso della risorsa idrica in particolare.

Agritech World, le novità per ‘agricoltura di precisione
L’inizio di questa “missione esplorativa” comincia in Agritech World, la fiera di settore che si tiene ogni 3 anni.
L’impatto è stato leggermente al di sotto delle aspettative, anche si sono potute comunque apprezzare alcune novità riguardanti l’agricoltura di precisione.
Diverse le soluzioni presentate dalle aziende presenti, soprattutto nello Start Up Pavillon, che affrontano questa sfida utilizzando sensori più o meno complessi e costosi abbinati a innovativi software DSS. Il risultato è comunque quello di una restituzione dettagliata del territorio in base alle caratteristiche chimico-fisiche del terreno, alla disponibilità idrica e alle previsioni meteo. I dati sono poi elaborati tramite Arduino o altre macchine open source, soluzione che rende stimolante e continuamente aggiornabile i sistemi di controllo e gestione che attingono oltre che dai sensori, anche dai big data disponibili in rete.

 

 

 

 

 

Kibbutz Ketura e Arava Institute: agricoltura in ambiente ostile
La missione è proseguita nel kibbutz Ketura nel deserto del Negev, a sud del Mar Morto, presso l’Arava Institute nel Centro per l’Agricoltura Sostenibile.
Nell’incontro con la Dott.ssa Hanna Kadish si è parlato del kibbutz, del suo funzionamento, della mission dell’Istituto e della visione “olistica” dell’agricoltura.
L’impostazione di un insediamento agricolo in un ambiente così ostile non può, d’altra parte, che essere così: un terreno così destrutturato, con una percentuale di sostanza organica prossima allo 0, con una piovosità fra i 150 e i 200 mm/anno, non può che essere coltivato con una logica di lunghissimo periodo, durante il quale le coltivazioni arboree a bassissime esigenze idriche possano andare ad arricchire il terreno che tenderà comunque, per natura e per condizioni pedoclimatiche a mineralizzare la sostanza organica molto velocemente.

Arava Institute

Visitando le coltivazioni ci si rende conto da vicino delle condizioni estreme in cui si coltiva in questo kibbutz e diverse piante hanno attratto la nostra attenzione: dall’Albero di Neem al Jojoba.
Per finire poi c’è stata l’occasione di vedere il bellissimo impianto per la produzione di Haematococcus pluvialis, microalga dedicata alla produzione di super food e di un particolare pigmento rosso. Un impianto che è uno dei maggiori a livello mondiale per estensione e qualità del prodotto.

 

 

 

Quando le piante sono sottoposte a stress climatico

Lisimetri

Il Gilat Center for Arid and Semi-arid Agricultural Research è stata la tappa
sucessiva di questo viaggio alla scoperta delle novità agricole, in particolare per le condizioni di aridità.

Particolarmente interessanti sono gli studi riguardanti le risposte produttive delle piante poste in condizioni di stress climatico (riprodotto artificialmente in celle climatiche), mentre in generale, in questo centro si studiano le risposte delle piante a condizioni di stress a-biotico.

 

 

 

 

 

 

I macchinari innovativi per la difesa fitosanitaria
La visita al Volcani Center, presso il Ministero dell’Agricoltura, ha concluso la visita in Israele.
In questo Centro di ricerca si fa ricerca varietale per le resistenze, o meglio le tolleranze, alle virosi, ma anche uno studio volto all’ottenimento di un aglio riproducibile da seme, che aprirà la ricerca varietale finora praticamente inesistente su questa specie vegetale.
La visita al Volcani Center si è poi completata con la mostra sui macchinari innovativi per la difesa fitosanitaria sostenibile, fatta essenzialmente con trappole per il monitoraggio, ma anche per la cattura massale di tipo attract and kill.

aspira insetti

Kit guida autonoma

Ed è stato presentato anche il prototipo di un kit di trasformazione di un trattorino normale, che lo rende un mezzo agricolo a guida autonoma.

Alcune riflessioni al rientro
Di ritorno dall’esperienza al Kibbutz Ketura e dal centro Arava, particolarmente incisiva è stata la capacità di far coesistere due visioni diametralmente opposte dell’agricoltura: da una parte quella della dott.ssa Hanna Kadish con il suo approccio olistico in perfetto stile Vandana Shiva, dall’altro quello assolutamente pragmatico e scientifico del dott. Hagai Yasur, impegnato nel cercare di capire come le piante di interesse agrario rispondono agli stress abiotici, soprattutto alte temperature e alla mancanza di acqua.
Due approcci che possono davvero coesistere senza nessuna caccia alle streghe, senza alcun rifiuto demagogico dell’una o dell’altra visione.

Un ulteriore elemento di curiosità, questa volta all’interno Gilat Center, è stata l’estrema semplicità delle strutture all’interno delle quali vengono riprodotte le condizioni climatiche che si vogliono riprodurre. Le ricerche sono svolte in piccole celle climatiche (circa 20 mq) che consentono un numero di repliche statisticamente rilevante e che restituiscono quindi dati attendibili.
Al di là della peculiarità della celle, però le ricerche hanno l’ambizione di essere rivoluzionarie: da queste prove sperimentali i ricercatori indagano nuove indicazioni varietali di resistenza/tolleranza e nuovi approcci agronomici a una fisiologia vegetale che stravolgano ciò che era ritenuto più corretto finora dal punto di vista idrico e nutrizionale. Infatti, essenzialmente la ricerca portata avanti in questo centro mira a rispondere alle criticità attuali e di breve/medio periodo quali:
1) innalzamento delle temperature medie
2) innalzamento della CO2
3) diminuzione della superficie fertile coltivabile
4) diminuzione della risorsa idrica sia in termini quantitativi che qualitativi

Criticità che, poiché l’ambiente in cui crescono è destinato a modificarsi in maniera inesorabile, si presenteranno con certezza e in quel caso le piante dovranno essere trattate in maniera molto diversa rispetto agli standard che ritroviamo in letteratura.

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