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Categorie: Aree Professionali | Attorno a noi | Primo Piano |

Abbecedario verde: A come ambiente

Aggiornare il vocabolario per non trovarsi in difficoltà di fronte a termini e concetti nuovi, così da comprendere, formare ed esprimere opinioni.

Ritengo sia utile affrontare come prima parola del dizionario proprio “ambiente”. Intanto partiamo da una sua definizione letterale, aiutati dalla Enciclopedia Treccani online:

ambiènte s. m. [dal lat. ambiens -entis, participio presente di ambire «andare intorno, circondare», in origine usato come aggettivo riferito all’aria o ad altro fluido]. –1. a. Spazio che circonda una cosa o una persona e in cui questa si muove o vive. 1. b. In biologia, l’insieme delle condizioni fisico-chimiche e biologiche, in cui si può svolgere la vita degli esseri viventi: a. terrestre, marino, d’acqua dolce, ecc.; le relazioni tra organismi e ambiente, oggetto di studio dell’ecologia. 1. c. In geologia, insieme dei caratteri fisici, chimici e biologici che intervengono nel processo di formazione e di trasformazione delle rocce, 1. d. …. ecc.

Di tutte queste definizioni molto vaste, che cercano di guardare a 360° e comprendere tutto, nel senso comune ha invece preso campo un’accezione più mirata, che fa coincidere la parola ambiente con habitat, con i suoi fattori biotici e abiotici, in cui gli organismi vivono e con cui interagiscono nel corso della loro esistenza. Una interpretazione basata sull’ecologia, studio delle relazioni fra gli organismi e il loro ambiente.

Il manifestarsi e l’aggravarsi di problemi di natura ambientale a livello globale, il cui effetto principale è il progressivo inquinamento e surriscaldamento del pianeta, ha imposto questo tema anche nell’agenda pubblica. Dapprima timidamente in alcune nicchie considerate radical-chic, poi via via con sempre maggiore importanza, è oggi “il tema” essenziale per assicurare un futuro alle nostre generazioni e perciò assolutamente “politico”.

Da Ministero dell’Ambiente a MASE
A livello istituzionale la prima risposta si ebbe nei primi anni ’80 del secolo scorso con la creazione di un Dipartimento per l’ecologia, che poco dopo fu trasformato in Ministero dell’Ambiente (1986). Coerentemente con tale evoluzione sistemica, prima il governo Draghi (2021) ha soppresso il Ministero dell’Ambiente facendolo confluire nel Ministero della Transizione Ecologica, a cui sono state assegnate competenze anche in materia energetica, prima assegnate al Ministero dello Sviluppo Economico, poi oggi, ulteriormente trasformato nel Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (2023).
Anche nei soggetti deputati alla tutela dell’ambiente si è registrato l’ampliarsi delle responsabilità, passando dai singoli Enti Parco a quelli di ricerca, come l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), e di controllo come il NOE (Nucleo Operativo Ecologico) e l’ex Corpo Forestale, ora CUFA (Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari), seppur dipendente dal MASAF (Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste).

L’epoca dell’etica ambientale
Ai più vari livelli – culturali, normativi, istituzionali – stiamo perciò arrivando alla consapevolezza che qualsiasi nostro comportamento, attività, produzione, ha un impatto significativo sull’ambiente complessivo e ne determina la sua sostenibilità nel tempo e nello spazio, imponendoci una responsabilità finora poco sentita e ancor meno praticata.
Si sta aprendo l’epoca dell’etica ambientale, speriamo in modi e forme sostanziali e non solo di facciata, con cui si dà una mano di vernice (ovviamente verde) a comportamenti e attività che non lo sono per niente. Per quelli, vi rimando a una prossima puntata del dizionario (Greenwashing).

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