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Dialogo su agricoltura e innovazione, pubblicato su RRN Magazine

Carmela Pecora – Consigliere CONAF Coordinatore del dipartimento Trasferimento della ricerca e innovazione professionale  
Eleonora Pietretti – Centro Studi CONAF 
Quali sono problematiche prioritarie del settore agroalimentare e forestale in cui si dovrebbe intervenire con l’innovazione? 
Per far fronte alle sfide che attendono agricoltori, silvicoltori, industrie alimentari e bioindustria occorrono nuove conoscenze da applicare sul campo, in grado di garantire l’uso sostenibile delle risorse e la qualità dei servizi ecosistemici e al contempo sopperire alle problematiche prioritarie del settore agroalimentare e forestale. 
In tal senso, secondo il nostro parere, la competitività professionale è la chiave di volta dell’innovazione in un contesto economico sempre più complesso che deve contribuire alla sicurezza alimentare e mettere la popolazione rurale in grado di sviluppare e diversificare la propria economia. 
Tutto questo deve avvenire nell’ottica dello sviluppo sostenibile tramite la ricerca e l’innovazione, che dovranno diventare usuale prassi operativa nella professione del Dottore Agronomo e del Dottore Forestale. 
Significa “modellizzare” e declinare la professione verso prestazioni professionali elevate, di qualità, che siano attente a perseguire tre obiettivi fondamentali: 
1) garantire una produzione alimentare “sicura”.  
La sicurezza alimentare, food security, intesa sia nella sua accezione più ampia come la possibilità di garantire in modo costante e generalizzato cibo per soddisfare il fabbisogno energetico di cui l’organismo necessita.  
La sicurezza alimentare, food safety, intesa anche come sicurezza igienico-sanitaria degli alimenti e dei mangimi, nell’ottica di filiera integrata ambientale 
2) assicurare una gestione sostenibile delle risorse naturali. 
La finalità è lo sviluppo sostenibile che deve soddisfare i bisogni attuali senza compromettere i bisogni e le aspettative delle future generazioni. Questo richiede una pianificazione e una gestione responsabile delle risorse che preveda un bilanciamento tra lo sfruttamento delle fonti tradizionali e di quelle alternative tenendo in considerazione gli aspetti di disponibilità, economicità e impatto ambientale, senza quindi perdere di vista l’importanza e la salvaguardia della biodiversità. 
3) contribuire alla sostenibilità sociale mediante la promozione dello sviluppo territoriale socio-economico equilibrato. 
La realizzazione di questi obiettivi richiede la creazione, la condivisione e l’applicazione di nuove conoscenze, nuove tecnologie, nuovi prodotti e nuovi modi di organizzare, apprendere e cooperare. 
A tal fine, è  fondamentale ideare una professionalità volta alla diffusione di nuovi modelli di sviluppo sostenibile che siano in grado di rispondere alle esigenze della pratica agricola e rurale e alle funzioni sociali nei confronti della collettività.  
Del sistema della conoscenza, altrimenti denominato filiera dell’innovazione, quali sono i segmenti più deboli, quali quelli meglio strutturati? 
Le prestazioni dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali, così come tutte le professioni intellettuali, si distinguono da altri servizi per una decisa caratteristica: garantire la soluzione di un problema sulla base di un sapere che esplica un contenuto creativo o inventivo. Ed è proprio questo approccio a costituire gli elementi saldi e meglio “strutturati” del sistema della conoscenza: la progettazione di nuovi modelli di sviluppo sostenibile sono la chiave di volta in grado di sopperire alle sfide del futuro e promuovere un’attività professionale 4.0. 
Il CONAF ritiene che siano la qualità del lavoro del professionista e l’applicazione del sapere gli elementi di garanzia per una professione volta all’innovazione, allo sviluppo sostenibile e al superamento degli aspetti deboli del sistema. La codifica delle prestazioni e gli standard prestazionali diventano la prassi operativa per la valutazione della qualità.  La ricerca professionale trova fondamento nella promozione della qualità della prestazione intesa come capacità di soddisfare esigenze, di tipo morale e materiale, sociale ed economico, tradotte in determinati requisiti, concreti e misurabili, attraverso adeguati processi di regolamentazione e normazione. La conformità alle norme e l’idoneità all’agire guida il professionista a generare modelli di sviluppo sostenibile. La qualificazione nella professione 4.0 del Dottore Agronomo e del Dottore Forestale è in grado di rispondere a molteplici esigenze del mercato, a riconoscere e avvalorare il ruolo dei professionisti. 
Il mercato unico europeo è caratterizzato, infatti, oltre che dalla libera circolazione di beni materiali, servizi e risorse finanziarie, anche dalla libera circolazione delle risorse umane. 

Qual è l’impegno della vostra organizzazione nei riguardi di queste tematiche?
Alla
 luce di tutte le considerazioni sopra esposte, il nostro impegno è 
diffondere e promuovere all’intera Categoria l’applicazione di modelli 
di sviluppo sostenibile ad ogni prestazione professionale del Dottore 
Agronomo e del Dottore Forestale, che deve necessariamente prevedere le 
seguenti fasi: 
1. Definizione degli obiettivi 
Qualsiasi
 approccio razionale alla soluzione dei problemi presuppone la 
preventiva definizione degli obiettivi perseguibili sempre nel rispetto 
dei principi universali della professione codificati nella Carta 
Universale dell’Agronomo. 
2. Analisi del sistema
Questo
 è il punto cruciale nel quale risiede la sostanza della professione del
 Dottore Agronomo e del Dottore Forestale. L’analisi del sistema prevede
 una visione olistica del contesto in cui si intende operare: l’azione 
del Dottore Agronomo e del Dottore Forestale non è limitata alla 
soluzione del problema e neppure contestualizzata alla mera esecuzione 
dell’idea progettuale. L’azione del Dottore Agronomo e del Dottore 
Forestale si distingue dalle altre categorie per l’approfondimento 
progressivo del proprio lavoro che non è solo l’inserimento dell’opera 
umana in un contesto antropizzato ma anche l’impostazione futura di 
attività che incideranno sul paesaggio e sull’ambiente, per cui 
l’esecuzione della prestazione deve contemperare la salvaguardia degli 
ecosistemi naturali, la tutela della storia degli ambienti e dei 
paesaggi.  Facendo l’esempio di una modesta opera come la realizzazione 
di un semplice muro di sostegno, se l’Ingegnere si occupa 
prioritariamente del calcolo del muro, o l’Architetto potrebbe inserire 
tale opera in un contesto antropizzato, il Dottore Agronomo e il Dottore
 Forestale, oltre a questi aspetti, valuta anche l’ecosistema naturale e
 le interferenze possibili. Quindi, se alcune professioni si concentrano
 sulla realizzazione dell’opera affinché sia funzionale all’uso, (il 
muro di sostegno realizzato ai lati della strada comunale è funzionale 
alla stabilità e alla circolazione delle macchine), i Dottori Agronomi 
ed i Dottori Forestali tengono conto non del solo aspetto esecutivo e 
funzionale, ma anche dell’aspetto ambientale (impatto sull’ecosistema, 
interruzione dei corridoi ecologici, gestione futura degli ambiti 
agricoli). E’ questo approccio che genera i nuovi modelli di sviluppo 
sostenibile.  Va sottolineato che la progettazione va intesa non solo in
 campo edilizio, ma in qualsivoglia settore di attività che può anche 
non necessitare di opere strutturali (filiere produttive, progetti di 
valorizzazione dei prodotti tipici, definizione di procedure di 
certificazione, ecc.). Anche le fasi successive non prescindono da 
questo tipo di orientamento professionale sempre tenendo conto dei 
principi etici che regolano la professione. 
3. Formulazione dell’ipotesi progettuale
Questa
 fase è comune a tutte le prassi progettuali e consiste nella 
definizione di un ventaglio di opzioni di approccio alla soluzione del 
problema.  
4. Scelta della soluzione progettuale  
È il 
momento topico della valutazione della prestazione professionale 
risultante dall’analisi comparativa delle varie opzioni possibili anche 
con l’analisi dei relativi costi sia economici che sociali ed 
ambientali. 
5. Redazione e presentazione della soluzione progettuale
L’aspetto
 comunicativo è fondamentale per illustrare la scelta progettuale con 
adeguate motivazioni. La tecnica redazionale diventa un aspetto 
rilevante della professione rendendo comprensibili le scelte anche alla 
platea non tecnica. 
6. Valutazione dei costi 
Anche nel 
campo dei costi si apre una grande considerazione. Non si parla solo di 
costi economici ed esecutivi ma anche e soprattutto di impatto 
ambientale, di costi ambientali. La questione è sempre tener conto 
dell’aspetto non solo della fase esecutiva ma anche della futura 
gestione con riguardo sia alla tutela ambientale che al contenimento dei
 costi di qualsiasi natura (economici, sociali, ambientali, ecc.). 
7. Valutazione del contesto normativo 
Una
 parte importante dell’analisi deve tener conto degli aspetti normativi 
ed autorizzativi che nel contesto italiano assumono una rilevanza 
particolare e comportano notevole dispendio di energie operative nella 
sola fase di definizione del progetto. 
8. Controllo in corso d’opera 
Questa
 fase non è solo una direzione lavori. In questa fase si possono 
riscontrare problemi precedentemente non valutati e quindi il 
professionista deve avere la prontezza di adottare varianti di progetto 
non dimenticando mai l’ottica della tutela dell’ambiente e della visione
 olistica che deve caratterizzare l’opera del Dottore Agronomo e del 
Dottore Forestale. 
9. Verifica del raggiungimento degli obiettivi 
La
 fase conclusiva della prestazione deve rivolgersi alla valutazione 
anche critica del proprio operato per una presa di coscienza della 
correttezza della prassi operativa adottata con la verifica degli 
obiettivi raggiunti sempre nel rispetto dei principi etici che 
sovrintendono la professione. 
Va sottolineato comunque che i 
contenuti sostanziali della prestazione possono essere codificati e 
descritti solamente nell’ambito professionale a prescindere dagli 
aspetti di certificazione che valutano la sola rispondenza a procedure 
operative e che vengono effettuati da organismi di certificazione. 

Con riferimento alla diffusione e adozione dell’innovazione presso le imprese, avete qualche esperienza di eccellenza da segnalare? 
Diverse
 sono le esperienze messe in campo dagli agronomi e dai forestali atteso
 il forte carattere multidisciplinare, nonché predisposizione al lavoro 
di gruppo che il Dottore Agronomo e il Dottore Forestale possiedono 
nelle diverse prestazioni professionali, ma anche grazie al percorso 
formativo e la propensione, quali progettisti del territorio urbano, 
periurbano e rurale, e quindi anche dei sistemi viventi, ad intervenire 
come ideatori e coordinatori in tutti i progetti in cui in trasferimento
 dell’innovazione diventa fondamentale per lo sviluppo sostenibile.  
Un
 esempio calzante è la coltivazione della Patata della Sila IGP in 
Calabria, laddove, in un’area protetta quale quella di un Parco 
Nazionale, il consorzio di tutela, grazie ad un gruppo di dottori 
agronomi e forestali, esegue diversi monitoraggi che spaziano dallo 
stato idrico dei suoli a quello dei residui di agrofarmaci, per il 
miglioramento della qualità del prodotto ma anche dell’ambiente di 
riferimento (area protetta), attraverso risorse proprie ma anche con 
strumentazione e presidi forniti dall’Ente Parco Nazionale della Sila, 
dove i vincoli ambientali diventano sostegno ed opportunità di sviluppo 
sostenibile di un intero territorio.  Altro esempio da segnalare è la 
startup DRONEBEE, nata in Toscana, ma che lavora su tutto il territorio nazionale, i cui ideatori, un dottore agronomo e un ingeghnere,
 hanno sviluppato servizi per l’agricoltura di precisione attraverso una
 flotta di droni che eseguono rilievi in campo attraverso camere 
spettrali con generazione di mappe ed informazioni che opportunamente 
analizzate e processate, sono in grado di pianificare i futuri 
interventi in termini di consumo idrico, nutrizione, trattamenti 
fitosanitari e future scelte strategiche del professionista che presta 
la sua consulenza.