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Dobbiamo ridare voce alla consulenza tecnica di competenza per riprendere la funzione di condizionamento dei processi produttivi.
La politica agricola comune deve riappropriarsi della funzione di stimolo ed indirizzo, recuperando la capacità di programmazione delle attività di comparto.
In questi decenni, attraverso l’erogazione di sussidi slegati dall’esigenza produttiva, si è creata un’agricoltura dipendente dai fondi pubblici, privandola di approccio imprenditoriale. Non è più proponibile una politica agricola che eroghi contributi economici per non produrre.
Questo ha originato uno scenario caratterizzato da aziende sull’orlo della sussistenza, incapaci di progettare il proprio futuro o di adattarsi alle tendenze in atto (di mercato, climatici, globali, ecc.).
Diventa quindi urgente che la politica si riappropri della funzione di indirizzo, dandosi obiettivi di medio e lungo periodo e predisponendo gli strumenti necessari al raggiungimento di questi. Politiche che devono tendere a mantenere ed elevare la qualità dei nostri prodotti agricoli Made in Italy.
Il supporto agli agricoltori deve tornare ad avere la funzione di stimolo all’innovazione delle imprese agricole, per poter affrontate le sfide derivanti dai cambiamenti climatici, attraverso la riprogettazione aziendale e la valutazione di una eventuale sostituzione delle colture con l’applicazione di tecniche innovative.
Al di là dei tecnicismi, le recenti modifiche normative ai centri di assistenza agricola indicano un indirizzo di retroguardia, che offre all’imprenditore agricolo, che spesso è titolare di azienda individuale o familiare, un’assistenza da ufficio, anziché un incentivo alla programmazione e pianificazione tecnica ed imprenditoriale della propria azienda.
Dobbiamo, invece, ridare voce alla consulenza tecnica di competenza per riprendere la funzione di condizionamento dei processi produttivi.
Credere nella scienza, nella ricerca, nella sperimentazione tecnica comprovata e avere sempre la consapevolezza di quello che può dare.
Rocco Marinucci
30 Marzo 2024 a 15:52
Buongiorno
Condivido a pieno,
Riappropiamoci dell’assistenzaTecnica da fornire alle Aziende Agricole con Agronomi,che si sporcano le scarpe nei campi a fianco dell’imprenditore Agricolo.
Oggi i fondi stanziati perl’assistenza Tecnica dall’Europa sono stati scippati agli imprenditori Agricoli e dirottati agli uffici pubblici (Regioni, Province ecc.) Per istruire le pratiche Burocratiche ( pac ecc.che dovrebbe essere istruite da personale dei suddetti enti. E pagati con risorse assegnate a loro,e non con risorse economiche previste per l’assistenza Tecnica agli Agricoltori.
Saluti Rocco Marinucci.