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Categorie: Biodiversità e Paesaggio | Co/ulture | SDAF02 - AGRONOMIA, ARBORICOLTURA GENERALE, COLTIVAZIONI ARBOREE ED ERBACEE |

Il florovivaismo a un anno dall’inizio della pandemia da Covid-19

Impatti diversificati sull'economia e la resilienza di florovivaismo e vivaismo ornamentale

di Renato Ferretti, coordinatore dipartimento Paesaggio, pianificazione e progettazione territoriale e del verde

L’andamento del settore florovivaistico si discosta molto da quell’economia in generale e si diversifica all’interno fra la floricoltura e il vivaismo ornamentale.
Per quanto riguarda l’economia in generale, il 2020 si chiuderà con una caduta del PIL intorno al 13%. Questa crisi assieme a quella del 2008 hanno riportato il PIL procapite sotto i livelli del 1995. La crisi attuale è ancora più grave della precedente, non solo per la sua maggiore intensità, ma anche perché la sua origine è esogena al mondo dell’economia per cui la sua soluzione può venire solo dall’esterno, in particolare con la sconfitta del virus. Ciò ha fatto sì che siano molte le attività che hanno subito – e continuano a subire – drastiche riduzioni dei propri fatturati perché in questa fase sono le stesse regole di mercato a essere state sospese dall’emergenza sanitaria.
Poiché però, superata l’emergenza, le regole di mercato torneranno a operare, è necessario che le attività produttive rimangano vive per essere in grado di riprendere la propria attività.
Per lo specifico dell’agricoltura, i dati disponibili confermano cadute del settore agricolo e agroalimentare meno pesanti di quelle avvertite da altri settori. In generale diciamo intorno all’1%, altrettanto per l’occupazione con dinamiche migliori di quelle del resto dell’economia.

Florovivaismo e vivaismo ornamentale
Per quanto riguarda il florovivaismo siamo di fronte a una situazione che ha visto perdite differenziate perché nel primo periodo di lockdown, soprattutto i prodotti stagionali sono stati irrimediabilmente persi e questo è continuato per i fiori recisi e per le piante fiorite anche successivamente a causa dell’impossibilità di fare cerimonie e del sostanziale annullamento delle ricorrenze. A spingere il settore sono le esportazioni, soprattutto per il settore dei fiori e piante in vaso, e il ritorno alla cura di giardini e balconi per il reciso sul fronte nazionale.
Per quanto riguarda il vivaismo ornamentale le cose, dopo la grande paura del marzo e aprile scorsi, sono piano piano migliorate e nella seconda parte dell’anno è stato quasi interamente recuperato il fatturato perso nella primavera. Le cause sono principalmente tre: il mercato interno, con una domanda proveniente principalmente da garden center; l’attivarsi dei Comuni, grazie alle misure messe in campo per il contrasto al cambiamento climatico da diverse Regioni (Toscana, Emilia, Lombardia, ecc.); il crescere dei mercati esteri con fatturati che alla fine si sono sostanzialmente allineati con quelli del 2019. La domanda estera proviene principalmente dai paesi del Nord Europa (Olanda, Germania, Francia) con calo di quella proveniente dal blocco dell’Europa meridionale, mentre dai paesi dell’Est Europa e Austria la domanda si è mantenuta su livelli del 2019 invece quasi inesistente quella proveniente da Russia e Medio Oriente.

Piccole cactacee ornamentali. Foto di Victoria

In sofferenza gli investimenti di lungo periodo
Dal punto di vista delle richieste del mercato occorre evidenziare che cominciano a scarseggiare le piante di medio-grandi dimensioni che necessitano di un periodo di coltivazione lungo e quindi investimenti prolungati poco compatibili con l’attuale sistema finanziario. Ma in conseguenza della crescente domanda cominciano a mancare anche le giovani piante e le piante forestali. Alcune specie di piante come: Acer campestre, Aceri giapponesi, Pyrus calleriana, Cercis siliquastrum, Albizia julibrissim, Prunus spp., Osmanthus spp., Liriodendron tupulifera e Quercus ilex cominciano a essere delle vere rarità. In generale, le piante più richieste si confermano le sempreverdi, le piante a forma, gli arbusti ornamentali, le rose e le piante da frutto di cui ormai sono in via di esaurimento gli stock.

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