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Nel 2019 il settore agricolo ha rappresentato la principale fonte emissiva di metano e protossido di azoto contribuendo, rispettivamente, per il 44.2% e il 58.7% ai livelli nazionali delle emissioni.
di Manuel Bertin
Nel 2019, le emissioni di gas serra prodotte sul suolo nazionale sono diminuite del 19% rispetto al 1990, passando da 519 a 418 milioni di tonnellate di CO2 equivalente e del 2,4% rispetto al 2018.
Si tratta di un dato complessivo, le cui cause sono per la metà riferibili ai settori della produzione di energia e dei trasporti.
L’agricoltura però, seppure in misura minore, con il 7,1% di contributo di gas climalteranti, resta un ambito da monitorare e in cui è possibile operare per migliorare la situazione.
CH4
Le emissioni di metano rappresentano il 10.3% del totale dei gas serra prodotti nel 2019 nel nostro paese (43.0 MtinCO2eq.), dato in diminuzione del 12.9% rispetto al 1990
Questa fonte è principalmente dovuta all’agricoltura (44.2%), causata dalla fermentazione enterica (69.8%) e dal trattamento delle deiezioni (21.8%)
Rispetto al 1990, si registra una diminuzione del14.7%, in agricoltura dovuta alla diminuzione del numero dei capi e al recupero del biogas a fini energetici
F-gas
Si tratta del 4.4% del totale dei gas serra, ma con un trend in forte crescita.
Gli HFCs passano, infatti, da 0.4 a 16.8Mt di CO2 eq.
Le principali fonti di emissione sono il consumo di HFC-134a,HFC-125,HFC-32 e HFC-143a nei sistemi di refrigerazione e condizionamento e l’uso di HFC-134a nei prodotti aerosol farmaceutici. Sono impiegati anche in sostituzione delle sostanze ozonolesive e per l’incremento dell’uso dei condizionatori nelle autovetture.
N2O
Rappresentano il 4.1% del totale dei gas serra. Nel 2019 sono state emesse 17.2 Mt in CO2eq. Dato in diminuzione del 33.9% rispetto al 1990.
Queste emissioni sono principalmente derivanti dall’agricoltura (58.7%) per l’uso dei fertilizzanti. La diminuzione del21.8% rispetto al 1990 è ascrivibile alla diminuzione del numero di capi
NH3
Il settore agricolo è responsabile della maggior parte delle emissioni di NH3 e le emissioni agricole totali nazionali di NH3 provengono sostanzialmente dalla gestione del letame (56,4%), dei terreni agricoli incluso l’uso di pesticidi (37,7%) e dalla combustione dei rifiuti agricoli (0,2%).
Si conferma il trend in diminuzione delle emissioni di NH3 (meno 25,5% dal 1990 al 2019) dovuta alla riduzione del numero di animali, alla diffusione delle migliori pratiche ambientali nella gestione del letame in relazione ai sistemi di stabulazione, stoccaggio e spandimento, alla diminuzione della superficie coltivata/produzione agricola e all’uso di fertilizzanti N.
Le prime stime per il 2020
Sulla base dei dati disponibili per il 2020, a causa delle restrizioni alla mobilità dovute al COVID-19 su tutto il territorio nazionale, ci si attende una consistente riduzione delle emissioni di gas serra a livello nazionale, previste inferiori del 9,8% rispetto al 2019 a fronte di una riduzione prevista del PIL pari all’8.9%.L’andamento stimato è dovuto alla riduzione delle emissioni per la produzione di energia elettrica (-12,6%),per la minore domanda di energia, e dalla riduzione dei consumi energetici anche negli altri settori, industria(-9,9%), trasporti (-16,8%) a causa della riduzione del traffico privato in ambito urbano, e riscaldamento (-5,8%) per la chiusura parziale o totale degli edifici pubblici e delle attività commerciali.
I dati sullo stato emissivo nazionale sono raccolti nei report National Inventory Report 2021 e Informative Inventory report 2021. I due rapporti presentano il quadro globale e di dettaglio della situazione italiana sull’andamento dei gas serra dal 1990 al 2019 accompagnati da un focus sulle emissioni provenienti dai trasporti su strada.